Una mattina iniziata
come tante altre; tutto storto.
Telefonata
spiacevole, treno, come quasi sempre, in ritardo.
Il mio costante
intento di circondarmi di “bello”, con l'unico scopo di
sopravvivere alla bruttura che ci circonda, messo a durissima prova.
Stazione di Porta
Nuova a Torino, l'arrivo, la corsa nell'atrio, il bus alla fermata n°
40 della GTT. L'autista, probabilmente intenerito dal mio ansimare
per la volata, apre le porte fuori fermata.
Un piccolo raggio di
sole, è già molto.
Pullman gremito. Al
fondo il vociare di una scolaresca di nanetti. Il chiasso bello,
bello come la loro pelle diversamente colorata.
Nanetti da asilo, oh
scusate; scuola materna.
Una piccola e
deliziosa voce rivolge una domanda alla maestra in piedi vicina a
loro:
“Maestra cosa vuol
dire emozionato?”
Emozionato,
emozioni… eccolo il bello del mio giorno. Un nanetto che pone, alla
povera maestra, una delle domande più difficili; cosa sono le
emozioni.
Bello il mio
nanetto, bello lui. Buona vita tesoro, buona vita chiunque tu sia e
scusaci, se puoi, per l'aridità che ti stiamo lasciando.