martedì 27 maggio 2014

Una sconosciuta di nome ‘grafica’ per il noto Picasso


BuonaVita

Perché senza l’arte nessuna vita sarebbe buona







A fine Novecento si diceva «Al nostro secolo non restano abbastanza anni per arrivare a conoscere tutte le opere di Picasso», è così anche oggi. 

Lo spagnolo Pablo Picasso è noto come pittore, ma geniale anche come scultore e litografo.

Se i dipinti più noti al pubblico sono del periodo blu e rosa o i rinomati quadri cubisti, geniale si può ritenere la produzione grafica, compiuta per oltre quarant'anni. 
Realizzò oltre  2.500 incisioni, che per singolarità di contenuti e tecniche d’esecuzione, lo resero  il più rilevante incisore del XX secolo. 
In particolare fu grandioso verso il campo dell’editoria, disponendo illustrazioni per libri d’artista che vennero pubblicati dai più grandi editori dell’epoca. 
La sua estesa carriera grafica ebbe inizio nel 1899 e lo vide sperimentare diverse tecniche, dall'acquaforte all'acquatinta, dalla puntasecca al bulino, dalla litografia al linoleum in un percorso sempre parallelo a quello pittorico.



Ed ecco un abbraccio ricolmo di una sensualità mozzafiato



 in ‘Gli amori di Giove e Semele (25 ottobre 1930)’

dove la stretta protettrice di Giove affida grandiosità a tutta la resa finale creando una aureola sul capo di Semele in atto di cura, affetto e chiusura: un amore dove serve e basta il silenzio. 
Di questa tavola esistono altre cinque versioni eseguite sempre lo stesso giorno dello stesso anno. 





Poi mi piace evidenziare un esemplare grafico che racchiude interventi di puntasecca e raschietto insieme all'acquaforte, un capolavoro grafico dell’ultimo libro illustrato creato da Picasso 

‘La chute d’Icare, 1972, acquaforte’ dove tre volti inquadrati da una linea netta, corposa, nera contrastano con la parte inferiore esile, leggiadra, chiara. Un’opera modernissima, dai volti ingigantiti e distorti che ben rappresenta lo stile che diverrà cardinale nella pittura.





Buon proseguimento di vita a chi con l’arte e nell'arte sa perdersi e ritrovarsi.  



lunedì 26 maggio 2014

Mr Godzilla


emmegrafia







Fino a pochi anni fa le case di distribuzione cinematografica italiane tenevano i film "in caldo" per la stagione fredda: se un film usciva negli Stati Uniti a fine primavera, erano capaci di non farlo uscire prima di ottobre. L'estate era un periodo minore in cui si riciclavano vecchie pellicole o si facevano uscire i cine-cocomeri, le controparti vacanziere dei cine-panettoni.

La globalizzazione ha cambiato anche questo (ho sempre sognato di scrivere una frase del genere): ora i film in Italia vengono distribuiti in contemporanea con il resto del mondo (o quasi). 
Ovviamente, per noi Italiani, il resto del mondo è l'America. Così ecco che i social network si sono agitati nell'attesa dell'ennesimo remake di Godzilla. 
Ma come si fa a vedere un film del genere senza aver visto (magari in una sala parrocchiale) l'originale giapponese del 1954?

Il film originale fu girato nel Giappone del dopo guerra. Doveva essere un film di mostri (Kaiju), ma le ferite della guerra erano così gravi e recenti che finì per diventare una metafora dell'olocausto nucleare.

Questa foto, di cui non ho scoperto l'autore, ritrae Haruo Nakajima, l'attore che ha impersonato Godzilla per vent'anni fino al 1974, durante una delle frequenti pause di lavorazione. Il primo costume, quello originale, era fatto di gomma armata di maglia metallica e pesava più di un quintale. La casa produttrice aveva ingaggiato anche Katsumi Tezuka perchè si alternasse a Nakajima nelle scene, ma il primo svenne per la fatica durante la prima ripresa e Nakajima girò la maggior parte del film (e i molti altri a seguire).





martedì 20 maggio 2014

Eutanasia di un viaggio


Ho dormito con uno sconosciuto.


Io che reputo il sonno lo stato più intimo di una persona, la condizione che può essere condivisa solo in rarissimi casi e non con un “qualunque”.

Le difese scivolano via, il volto, troppo rilassato, diviene come trasparente sino a quasi palesare le immagini che la mente partorisce; fotogrammi d’intimità assoluta.

Ho dormito con uno sconosciuto.


Io che dormo da sola, ho dormito con lui: un perfetto estraneo, un senza nome, uomo il cui volto ho scordato.
Nulla in comune con la trama di Ultimo tango a Parigi, film che amo… niente che gli somigli, eccezion fatta per l’assenza di un nome, almeno come avviene per buona parte della celebre pellicola.
Dello sconosciuto io non ho memoria alcuna, non conosco il suo nome né ho mai saputo se avesse avuto una consorte morta suicida o se stesse gestendo un albergo o una pizzeria, se egli fosse uno scalatore del K2 o, chissà, un fumettista-cantante.
Al mio risveglio lui era lì, bocca un po’ aperta, un leggero sibilo; io confusa, disorientata per un attimo che m’è parso lunghissimo, ricomponendomi, ho cercato risposte ai miei quesiti…
Quell'attimo di sbandamento, di vuoto è durato fino a quando mi sono resa conto d’esser sul treno, seduto accanto a me, dormiente quanto lo ero stata io, lo sconosciuto.


martedì 6 maggio 2014

Marcire con disinvoltura


Imbarazzata per la signora che riesce a far scappare i pesciolini dalla vasca dell’ittioterapia, vasca da pediluvio per improbabili incontri occasionali e no.
Cosa dire del fastidioso “intimo” prurito del quale è affetta la povera ragazza che su un lettone chiede consiglio alla sua mamma?
In ascensore, poi, si rischia di incontrare signore che emanano fetori indescrivibili, odoracci di cui parlano con una certa disinvoltura e noncuranza; ovvio, è assolutamente comune!
Lezzo scaturito anche dal corpo di quella giovane donna che il divano, dotato d’intelligenza, tiene a debita distanza dal probabile corteggiatore.
 Sofà che diligentemente si unirà alla sua metà, avvicinando così i due, appena la signora avrà indossato un assorbente dotato delle ”speciali molecole Enne tre”.
Mi consola, comunque, la possibilità elevata che abbiamo di raggiungere rapidamente un orgasmo solo usando profumi firmati; in questo caso siamo come possedute.
 Biascichiamo parole incomprensibili, sussurriamo, emettiamo suoni che paiono arrivare da altri mondi, allora capisco che siamo fortunate: possiamo godere… quando (e se) riusciremo a capire il nome della marca!
Ci ha pensato un detersivo per la casa a riportare tutto in una sorta di “classicità”.
Cenerentola che pulisce velocemente e senza fatica: lei sì che ci era mancata!
Gli uomini?
Profumano di rosa canina… forse.




Fonte immagine:http://viaggi.libero.it/news/25059033/le-citta-piu-puzzolenti

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