lunedì 30 giugno 2014

LOUIS SCUTENAIRE


Dove sono le ragazze forti che amavano tori 
E dove le delicate in estasi sotto una nube 
 O le artiste che si dannarono per un cigno?

Stanno nelle vostre febbri stanno nelle vostre braccia 
Stanno nei vostri letti stanno nei vostri libri 
E siete le loro bestie e i loro spettri di bruma.




martedì 24 giugno 2014

saluti e baci


                                                  “dovresti… “
Dovrei? 
No, potrei…

forse sì, forse potrei

e potrei, anche, accomiatarmi qui, ora, da tutti voi;
certa di non avere debiti, di non dover voi alcunché 
                                                                                  

martedì 17 giugno 2014

Questa mia a Voi per...

                                     



                                                                            
                                                                        Nonluogo, 17 giugno 2014
Caro signore,
il Vostro sgraziato sforzo per dimostrare come io sia stata un numero per Voi ha avuto il pregio di  rendere palese, soprattutto a me, l’eleganza mia per non aver esibito, alla Vostra vista, la cifra  che vi assegnai sin dal primo, ormai antico, nostro incontro.
Vostra Io

lunedì 16 giugno 2014

LA METAMORFOSI DEL VAMPIRO

La donna, intanto, dalla sua bocca di fragola, 
contorcendosi come un serpente sulla brace, 
e modellando i seni sul ferro del busto
lasciava fluire parole impregnate di muschio;
— << Ho le labbra umide e ben conosco la scienza 
di perdere in un letto l’antica coscienza.
Asciugo tutte le lacrime sui miei seni trionfanti
e faccio ridere i vecchi del riso degli infanti.
Io sola, per chi mi vede nuda e senza veli,
rimpiazzo la luna, il sole, le stelle e tutto il cielo!
Sono, caro sapiente, tanto dotta in voluttà
quanto soffoco un uomo nelle mie terribili braccia
o quando lascio in balia dei morsi il mio busto,
timida libertina, e fragile e robusta,
che su quei materassi travolti e languenti
per me si dannerebbero gli angeli impotenti!>>
Quando m’ebbe succhiato tutto il midollo delle ossa,
come languidamente verso di lei mi volsi
per un ultimo bacio, io non vidi al suo posto
che un otre pieno di pus, dai fianchi vischiosi!
Chiusi gli occhi nel freddo, improvviso spavento,
e quando alla luce viva li riapersi,
al mio fianco, invece della possente bambola
che sembrava aver fatto la sua provvista di sangue,
tremavano confusi pezzi di scheletro, fra loro
producendo il gemito d’una banderuola
o di qualche insegna appesa a un’asta di ferro
che il vento fa oscillare nelle notti d’inverno.





Poesia condannata tratta da I FIORI DEL MALE
Titolo originario: L’outre de la Volupté (L’otre della Voluttà)

martedì 3 giugno 2014

Il tempo

Roberto Pinetti






Un giorno, senza un motivo particolare, ti rendi conto che le persona che hai amato non avevano tempo. 
Erano bambini, grandi-madri, matrigne, orchi, streghe, fate e principi azzurri. 






Ora appena nate, ora antiche come il mondo stesso. 
Le persone che hai amato non avevano tempo.
Ma il tempo, a volte, ti aveva imprigionato per anni con loro. 
In gabbie d'attesa e speranza. 
Oppure, fuggiva improvviso dalla finestra aperta nella stanza. 
Come il buio della notte quando arriva il mattino. 
Allora, ti scopri a pensare, di nuovo, che le persone che hai amato non avevano tempo. 
Vivevano da sempre nella tua memoria prima ancora d'averle incontrate. 
A volte, stelle già cadute prima d'essere avvistate. 
Non avevano tempo, loro, e prendevano il tuo a piene mani, come acqua di fonte. 
E alcune di esse, dopo essersi a lungo dissetate, ancora non avevano tempo. 
Non avevano più tempo per te che, all'improvviso, abitavi il loro passato.





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