giovedì 26 dicembre 2013

Ciao mondo, fottiti

Una cosa che mi piace del Natale c’è, ed è che alla mezzanotte del 25 è finito, morto, sepolto e con lui tutti i lustrini e le sue incommensurabili falsità.
   “ Ciao Mondo, fottiti”




giovedì 19 dicembre 2013

Jim Hall, Concierto de Aranjuez - Jim Hall e Bill Evans, Intermodulation - Jim Hall, Jazz in Marciac 2000



Jim Hall
 Buffalo, 4 dicembre 1930 – Buffalo, 10 dicembre 2013

Ciao Jim.
Ci sono dei nomi senza i quali il termine Jazz non avrebbe lo stesso sapore. Se è vero che l'arte è immortale è facile, per me, immaginare che le sue collaborazioni rimarranno tracce indelebili per chi ama o amerà il Jazz. Grandiose le sue collaborazioni con Chet Baker, Ella Fitzgerald, Sonny Rollins, Paul Desmond, Zoot Sims, Michel Petrucciani, Wayne Shorter. Nei miei cento dischi preferiti sicuramente il suo nome compare decine di volte. Ed è proprio Concierto, un omaggio al Concierto de Aranjuez di Joaquin Rodrigo, opera che ha il primo posto assoluto della mia "classifica" dei dischi ideali. Insieme a lui nell’esecuzione Sir Roland Hanna (piano), Ron Carter (basso), Steve Gadd (batteria), Chet Backer (tromba), Paul Desmond (sax alto). La sua realizzazione fu eseguita sotto l'orecchio attento e unico di Rudy Van Gelder. 
Buon ascolto




mercoledì 18 dicembre 2013

Nascosto nella sua memoria

emmegrafia




"Per me la fotografia è registrazione, testimonianza, ma anche specchio e finestra in cui interno ed esterno si fondono in un unico in continuo mutamento. E' opinione comune che la macchina fotografica non possa registrare ciò che non è visibile all'occhio, eppure un fotografo che la sappia usare bene può rappresentare cosa è nascosto nella sua memoria"



Eikoh Hosoe (細江 英公 Hosoe Eikō, 18 Marzo 1933 - Yonezawa-Yamagata, Giappone) è famoso soprattutto per i suoi ritratti dello scrittore Yukio Mishima


lunedì 16 dicembre 2013

Brutta gente gli infingardi

È strano come un termine, un aggettivo torni alla mente e ricorra ripetutamente dopo tanto tempo.
Un aggettivo poco usato, vocabolo che ha più di un significato: infingardo.
Aggettivo che mi ricorda “nonna” Luigina; una bellissima signora anziana che da molto non c’è più.
Narrava, Luigina, della fame alla fine della seconda guerra mondiale, delle azioni cruente nella Torino di quegli anni e di come poteva costare la vita confessare l’ideale comunista, sì, lei parlava di comunismo senza, tuttavia, cibarsi di bambini per azzittire i morsi della fame.
Un racconto particolare, però, mi torna alla mente più di altri.
Teatro dell’accaduto: il marciapiede che costeggia via Nizza a lato dell’ex fabbrica del Lingotto, oggi Lingotto Fiere.
Lei, la sua piccola bimba per mano, tanti cadaveri allineati sul marciapiede.
La figlia di nonna Luigina si accorse che un morto stringeva in una mano un tozzo di pane, la piccina forse pensò che a lui non sarebbe più servito o magari fu solo lo spirito di sopravvivenza che la spinse a cercar di staccare quelle dita, ormai irrigidite, dal tozzo di pane.
Luigina raccontava l’accaduto sempre con gli occhi un po’ velati, lei non piangeva, la sua smisurata dignità, probabilmente, glielo impediva, ma la tenerezza che emanava era palpabile.
In  seguito a questo particolare racconto spuntava sempre l’aggettivo in questione: infingardo.
Sì, terminava quella macabra narrazione aggiungendo che molto spesso vi erano vicini di casa, conoscenti i quali, usando la visita di cortesia come pretesto, s’insinuavano falsamente con l’unico lo scopo di carpire notizie che avrebbero “rivenduto” ai fascisti.
Qualche giorno fa cercavamo, io e alcuni miei cari amici, un aggettivo adeguato che descrivesse una peculiarità caratteriale, una caratteristica propria di taluni individui ed ecco rispolverato infingardo.
Infingardo, infingarda, infingardi; aggettivo obsoleto, mi sono resa conto che di desueto, però, c’è solo la parola.



Fonte immagine:
http://www.skyscrapercity.com/showthread.php?t=364547&page=18



martedì 10 dicembre 2013

La mia pancia con le orecchie



Possedeva orecchie invisibili la mia pancia; così immaginavo il mio ventre da bimba.
Non riuscivo a descrivere con le parole ciò che nei musei vedevo, ma avevo la netta sensazione che ascoltassi con la pancia la descrizione che i miei occhi mi fornivano.
Ancora oggi la mia pancia possiede orecchie e col passare degli anni son spuntati anche gli occhi.
Diviene cieca e sorda quando mi trovo al cospetto di una tela intonsa e l’accarezzo, allora la pancia torna a essere pancia.
Immagino che lo faccia per dare a se stessa la possibilità di arrotolarsi, contorcersi e  tremare.
Capita così anche carezzando il foglio del gigantesco blocco schizzi, sebbene lo stesso sia  formato da modesti fogli di carta spolvero.
Lì c’è tutta la penuria di poesia del globo, tutte le mie tensioni, l’assenza di speranza e il sapore della nebbia in gola… lì è il vuoto.
La mia carezza è una richiesta di permesso a violare, la visione mentale attende assai; silente e in ordinata coda con altre immagini, spesso non è così per il gesto che ha tempi molto diversi per unirsi a lei; è lui che vìola.
Quando le parole scritte prendono il posto del disegno, quando sono le sensazioni quelle che uso come bozzetti; ecco, allora in quei casi le orecchie e gli occhi della mia pancia hanno la capacità di unire gesto e mente.
Gli organi invisibili del mio ventre, spesso, vedono e sentono prima e meglio di quanto fanno i miei occhi e orecchie reali che hanno il grande limite di ascoltare troppo ciò che la ragione, con le sue regole dettate dalle nozioni incamerate, suggerisce loro.

venerdì 6 dicembre 2013

Gary Burton e Chick Corea live



Gary Burton e Chick Corea
 Quando due colossi iniziano a dialogare è facile che i superlativi si sprechino. Questo momento ne rappresenta degnamente l'esempio classico.
Un concerto fuori dal tempo che regala grandi emozioni anche a distanza di anni. 






Fonte immagine:

martedì 3 dicembre 2013

Cafè Lehmitz

emmegrafia




"I frequentatori del Cafè Lehmitz avevano quella presenza e quella sincerità che a me mancava. Potevi esser disperato oppure tenero, sedere da solo o in compagnia. C'era tanto calore umano e tolleranza in quell'ambiente così dimesso".


Con queste parole, Anders Petersen (3 Maggio 1944 Solna, Svezia), descrive il suo lavoro fotografico più famoso che ritrae, in un periodo di tre anni dal 1967 al '70, i frequentatori dell'omonimo bar di Amburgo.









venerdì 29 novembre 2013

Ci sono menti e poi ci sono Menti

La mente; questo contenitore capace di meraviglie che fa dell’Uomo “la perfezione assoluta”.
Lei, in grado di elaborazioni talvolta complesse, capace di percezioni spesso inspiegabili.
Le sue infinite capacità mi affascinano, così come affascinante è il suo impercettibile rimescolio continuo di ricordi, nozioni e sensazioni.
Essa esegue un lavorio costante, pressoché incessante, svolto in assoluto silenzio.
Sviluppa, valuta, discerne in un tempo infinitesimale.
Quando elabora pensieri rivolti a un altro essere umano può essere sensuale, voluttuosa, è capace di annullare distanze e tempo.
Nella mia vita ho avuto la fortuna di sfiorare menti eccelse; menti superbe che ancora frequento assiduamente e splendide teste pensanti le quali hanno segnato inevitabilmente la mia esistenza, ma che con dispiacere, e per motivi vari, incrocio di tanto in tanto.
Sono passati pochi giorni da quando ho sentito telefonicamente una di queste menti sublimi, l’occasione è stata il compleanno di un Uomo che per me è stato importantissimo: il suo compleanno.
Parlare con lui riesce ancora oggi, a distanza di trentadue anni, a emozionarmi e farmi considerare il tempo che ho trascorso in sua compagnia senza i connotati di durata; un tempo non tempo.
Un Uomo libero da preconcetti, la cui intelligenza riesce sempre ad affascinarmi nello stesso modo in cui mi affascinava a venti anni.
Una mente raffinata e acuta, pittore sublime capace di dare un senso poetico alla parola scritta e parlata.
Devo tanto a persone come lui, persone che avranno sempre la mia stima e il mio amore.
Oggi pensavo a queste menti; alla fortuna d’averle incrociate, sfiorate, abitate in qualche modo e a come siano tristi, talvolta demoralizzanti, gli inevitabili paragoni con le tante teste“usate” poco e male contro le quali sono inciampata.


Piazza Carignano, Torino
Immagine da:
http://it.wikipedia.org/wiki/Teatro_Carignano

mercoledì 27 novembre 2013

Trilogia del samurai Matsuyama Kaze di Furutane Dale



Il più bel personaggio che ho scoperto negli ultimi anni. 
Una scrittura fantastica, un mondo fantastico, il Giappone del ‘600 e l’avventura di Kaze alla ricerca della figlia perduta del suo padrone.
Un fascino originale, puro, essenziale... ZEN dalla prima all'ultima pagina.


Agguato all'incrocio
Un villaggio montano nel Giappone del ‘600.
Un signorotto di costose abitudini, contadini, un carbonaio, una casa da tè, briganti, piccoli notabili goffi e corrotti, una prostituta. E un cadavere all'incrocio di quattro strade.
Delitto misterioso che Kaze, samurai di passaggio, decide di risolvere.
Una storia narrata con grazia e humour. 
Un Giappone insolito: umile e ruspante, ma anche pieno di natura, fantasmi, creature misteriose, spiritualità e saggezza.



Vendetta al palazzo di giada
Leale, fortissimo, pronto a “prevedere l’imprevedibile”.
Matsuyama Kaze – un samurai che setaccia il Giappone alla ricerca di una bimba di nove anni figlia dei suoi signori e padroni, trucidati dagli emissari del nuovo shogun – incarna il lato fascinoso e originale di una cultura ancora da scoprire.



A morte lo shogun
“ Al centro della folla c’era uno spazio sgombro, con un solo uomo.
Era di statura media, ma muscoloso. Non aveva il cranio rasato come un samurai, e i suoi capelli erano raccolti in una coda, ma qualcosa nella sua postura fece pensare al capitano che fosse stato un guerriero.”



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mercoledì 20 novembre 2013

Circolo dei Lettori di Torino

Mercoledì  27 novembre 2013 alle ore 18
Ferderico Audisio di Somma del Gruppo 18 in collaborazione con Nicola Roggero della libreria Angolo Manzoni e l’editore Helena Verlucca ospiteranno, presso il Circolo dei Lettori di Torino, l’autrice Monica Traversa per la presentazione de: Il rovescio della coscienza.




lunedì 18 novembre 2013

Tord Gustavsen ensemble : "still there" & "suite"


Tord Gustavsen Nasce a Oslo il 5 ottobre 1970, ma è Trondheim, sempre in Norvegia, la città in cui vi è la sede del conservatorio dove ha perfezionato il suo stile.
Oramai nell'Olimpo dei grandi nomi del Jazz di scuola danese, Tord Gustavsen è generalmente accompagnato da Harald Johnsen al contrabbasso e Jarle Vespestad alla batteria. 
In questo meraviglioso evento si esibisce con una formazione un po’ diversa: Tore Brunborg al sax, Mats Eilertsen al contrabbasso e Jarle Vespestad alla batteria.
Teatro del concerto è La Roque d'Anthéron, da anni sede di un prestigioso festival pianistico.
Buona visione
Angelo



La Roque d'Anthéron

http://www.festival-piano.com/



giovedì 14 novembre 2013

Perdono


Perdonare qualcuno, perdonare se stessi?
Il perdono è per me argomento ostico da sempre, un “atto” ch'io non comprendo e che non frequento.
Discorrere del suddetto, fatte salve rarissime eccezioni, mi ha messo in posizione scomoda anche qualche giorno fa.
In seguito a una conversazione avuta con una persona a me molto cara, ho voluto rivedere e analizzare la mia posizione mentale rispetto al “Perdono”.
Passando in rassegna eventi più o meno importanti della mia vita, mi sono resa conto di non aver alcun motivo di revisione in merito al principio.
Continuo a non credere al perdono e di non essere capace di perdonare né me stessa né gli altri.
Ho osservato, rileggendo con occhi distanti, discussioni avute con il genere umano e ho potuto, così e per l’ennesima volta, costatare di non aver mai avuto il perdono di nessuno, ma di aver scusato molte volte.
È mancato soprattutto il per-dono da parte di quell'umana  "flora" che tanto sottolineava — bontà loro, pesce fritto e baccalà — il valore assoluto e laico del sopraccitato atto.
Ripensando a tutto quel che da vicino mi ha riguardato, mi è tornato alla mente un piccolo uomo, un ominicchio, che poco tempo fa implorava il mio perdono ripetutamente: be’… ho provato un senso di nausea ricordando l’estrema disonestà intellettuale di quelle richieste.
Credo che solo pochi individui possiedano una fertile mente capace di onesta introspezione; introspezione e onestà che permetterebbe loro quantomeno di chiedere scusa.
È assai comodo percorrere discese di corsa, ma sono le salite che comportano fatica, una buona dose di umiltà e solo chi possiede intelligenza pura, scevra dall'odioso orgoglio è in grado di intraprendere.

Prima di riempire la bocca e la mente con effimere richieste o “caritatevoli” elargizioni che mirano quasi esclusivamente a chiudere i conti con la mancanza di obiettiva autoanalisi, forse, basterebbe frequentare più assiduamente il più modesto: ti chiedo scusa.


martedì 12 novembre 2013

Gli Scorta di Laurent Gaudè



“La terra si è aperta… Io lo so che è per me… Sento i miei che mi chiamano… Non ho paura…
La terra si è aperta… 
Io sono un viaggio mancato in capo al mondo…
Io sono stata rabbiosa, vile e generosa…
Io sono l’arsura del sole e la smania del mare.
Voglia la terra rinchiudersi dietro di me.”






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lunedì 4 novembre 2013

Yaron Herman Trio - Jazzmix in Israel 2012

Tel-Aviv 12 Luglio 1982, è lì che nasce Mr. Yaron Herman.
Rimane tuttavia difficile identificare le sue radici. 
Influenze europee e americane hanno decisamente arricchito la sua "tavolozza cromatica".
Qui in trio con Avishai Cohen alla tromba e Ziv Ravitz alla batteria.
Buona visione
Angelo




                      Yaron Herman all'Auditorium di Roma, fonte immagine: http://www.06live.it/


lunedì 28 ottobre 2013

Genio e genialità



Genio e genialità
Leonardo, figlio illegittimo del notaio Piero, nasceva a Vinci il 15 aprile del 1452.
Leonardo, ma anche Michelangelo Buonarroti, Michelangelo  Merisi o per la musica Mozart, Bach così come Nijinsky per la danza, sono universalmente riconosciuti quali geni.
Chi di noi non è stato, almeno una volta nella vita, geniale? Non per questo, però, si è geni consacrati.
I bambini hanno tutti, indistintamente, genialità.
All’ascolto di musica danzano, cantano; con i colori si esprimono.
Occhi furbetti scrutano, captano, elaborano anche per compiacere.
Non sono madre, ma ben ricordo la mia infanzia con le scoperte, i giochi, le urla sguaiate, le risa, i pianti, le danze, i canti (stonati).
Rammento la competizione nei cortili, competizione naturale non indotta dagli adulti di quel tempo.
Ricordo i gradini dei palazzi o il muretto sul quale i nostri deretani consumavano oltre ai jeans anche i tempi morti, portandoci a conoscenza la noia.
Noia che ci ha permesso di incamerare profumi e sensazioni, ha contribuito a suggellare quei legami ancora oggi vivi.
Attualmente i bimbi vivono esistenze pesanti, oberati come sono da impegni e aspettative di mamma e papà.
Diviene sempre più fastidioso e imbarazzante ascoltare discorsi di molti genitori che elogiano, spesso alla presenza dell’infante stesso, le molteplici abilità del loro rampollo.
 Mi è capitato in passato di visionare meravigliosi scarabocchi di bimbo colmi di colore sbavato, linee incerte, soli ridenti e orribili aggiunte di mano adulta.
 Il genitore di turno mi presentava la sua creaturina — anticipando con mezze parole, aggettivi appena accennati e con la palese volontà di insinuare il giudizio preconfezionato — come un piccolo “genietto” della pittura.
Beh, io di geni non ne ho incontrati mai, ho incontrato bambini più o meno felici.
Sono facilmente immaginabili i conflitti interiori che saranno costretti ad affrontare, come sensi di colpa e paure.
Bambini che dovranno, in futuro, di-mostrare al mondo intero la loro genialità o meglio: dovranno di-mostrare al mondo la genialità mancata di mamma e papà.
Sarebbe meglio che un genitore pensasse, prima di tutto e su tutto, al bene del figlio che ha messo al mondo, immaginandolo anche come una persona “normale” ma serena e non come un automa destinato a di -mostrare una genialità che non possiede.
Tutto questo è oltremodo sgradevole, desolante per chi è costretto, sul malgrado, ad ascoltare lodi intessute a oltranza nei confronti dell’infante.
Non scordarsi mai che: ogni scarrafone è bello a mamma soja… a mamma sua, appunto.



Foto:
La Madonna dei Palafrenieri di Michelangelo Merisi da Caravaggio

giovedì 24 ottobre 2013

La fortuna dei Wise di Stuart Nadler


“Rapida lezione di aviazione: con un motore in avaria, l’aereo non ha spinta. 
Tenete a mente Newton.
Il moto è come un matrimonio: ovunque tu vada, c’è qualcosa che ti tira in direzione opposta.
Questa spinta è l’attrito. 
Se i motori non fanno il loro lavoro — vale a dire spingervi attraverso lo spazio —
l’attrito sull’aereo provoca una perdita di velocità.
Così, rallentando, si perde il flusso d’aria sopra le
ali, e senza il flusso d’aria si perde la portanza, e la portanza è in pratica ciò che tiene l’aereo in aria.
Insieme alla velocità. “










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mercoledì 16 ottobre 2013

Ray Brown Tribute - Jazz Baltica in Salzau, Germania, 05 Luglio 2003

Quando si assiste a un concerto che ha simili eccellenze sul palco c'è molto poco da aggiungere se non semplicemente dedicarsi al puro e semplice ascolto. Eleganza, tecnica, eccellenza. Tutti i superlativi sono, a volte, riduttivi. Niels-Henning Ørsted Pedersen (Nhop), insieme a dei compagni di viaggio molto ben selezionati, ci regala 95 minuti di emozioni pure. 
Da notare il silenzio assoluto del pubblico durante le esecuzioni, segno di grande maturità. 
Buona visione
Angelo


Personnel
Michael Brecker sax tenore Ulf Wakenius chitarra Christian McBride basso Benny Green piano Alvin Queen percussioni Jon Faddis tromba






martedì 15 ottobre 2013

Aggettivi: usi e abusi

Superlativi assoluti: da usare con avveduta parsimonia, almeno con me.



Foto di Irving Penn, dal web

domenica 13 ottobre 2013

Livelli di vita di Julian Barnes




“Ti chiedi fino a che punto in questa tempesta di nostalgia è lei a mancarti e non invece la tua vita insieme a lei, o ciò che di lei ti rendeva più te stesso, o più semplicemente il fatto di non essere solo, o meno semplicemente l’amore, o infine porzioni sovrapposte di tutte queste cose?
Ti chiedi: che felicità può esserci nel solo ricordo della felicità? 
E in ogni caso, come potrebbe funzionare, dal momento che la felicità ha sempre previsto la condivisione? Felicità solitaria: sembra una contraddizione in termini, un congegno improbabile che non si staccherà mai da terra”



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giovedì 10 ottobre 2013

La casa della moschea di Kader Abdolah



"Un libro memorabile, fascinoso, zeppo di spunti, di personaggi che continuano a parlarti, ad essere presenti, anche quando hai smesso di leggere; lettura che ci accompagna in un ambito diverso, con ritmi e culture diverse, ma suscitando emozioni e sensazioni che dovrebbero essere universali"














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mercoledì 9 ottobre 2013

Sylvain Luc 2010 Mezzo Live

Sylvain Luc, chitarrista jazz, nasce in Francia nel 1965.
Grande virtuoso dello strumento annovera partecipazioni importanti; Bireli Lagrane ne è un esempio, con lui due album e diversi concerti in giro per il mondo. 
In questa sessione si accompagna a due dei fratelli Chemirani, Kervan e Bijan alle percussioni e Stephane Belmondo alla tromba, quest’ultimo un indiscusso talento d'oltralpe con una dozzina di album al suo attivo come leader e decine di collaborazioni come sideman.
L'ascolto che vi propongo più che un concerto è un’intesa perfetta, le ritmiche della musica persiana rivisitate creano atmosfere certamente interessanti e poco comuni. 
Angelo
















giovedì 3 ottobre 2013

Come migliorare il tamarro che è in noi, alcune semplici regole.

L’essere dei cafoni è (ahimè-ahinoi) ormai caratteristica comune a molti individui.

Constatato che né il pomposo “galateo” né il naturale “buon senso” hanno sortito una qualsivoglia miglioria nei rapporti con “l’altro”, consiglio di seguire  alcune regole così da divenire dei perfetti cafoni.
Sono dell’idea, soprattutto in tempi come quelli che viviamo, che sia cosa buona una qualche specializzazione… quindi: suvvia,  non indugiare, bandite siano le approssimazioni!

Di seguito alcune semplici regole, affinché  tu possa migliorare il tamarro che è in te.
1) Se ti viene rivolta una domanda; sii evasivo.
2) Quando ricevi missive, quali e-mail o lettere; non rispondere.
3) Se incontri qualcuno; non salutare mai per primo.
4) Se trovi chiamate perse o messaggi sulla segreteria telefonica; non richiamare per nessun motivo.
5) Non ringraziare mai; tutto ti è dovuto.
6) Se prendi un impegno, non mantenerlo; tu sei il meglio.
7) Quando ricevi uno Short Message System (SMS); se proprio devi rispondere,  attendi almeno un giorno prima di scrivere.
8) In compagnia del tuo ospite non spegnere mai il cellulare, rispondi sempre alle telefonate senza scusarti; devi far sentire l’altro un numero in mezzo a mille numeri.
9) Sorridi compiaciuto leggendo i messaggi che ti arrivano, mostrerai così noncuranza per la presenza dell’altro, è un ottimo metodo per creare barriere; esisti solo tu.
10) Quando incontri un conoscente dialoga con lui, non ti curare della persona con cui ti stai accompagnando, non effettuare alcuna presentazione; diversamente ti mostreresti persona garbata.
11) Invadi lo spazio altrui sia che si tratti di un spazio reale così come di uno spazio virtuale, non badare a quelli che sono i gusti e le tendenze del ricevente; al perfetto cafone non è richiesta osservazione.



Vi sono persone che non necessitano di alcun allenamento, l’esser dei perfetti cafoni è, per taluni appunto, una dote innata.


martedì 1 ottobre 2013

Cattivo Costume


"Cattivo Costume è un allegoria, un non senso, una questione prospettica;  è il sistema costruito sul marcio non detto dell’ ordine prestabilito; è la coscienza sopita della gente.”


Il gruppo nasce nel 1993.
Nel 1996 i Cattivo Costume partono: Emilia, Toscana, Campania.
Per anni la musica, l'esperienza, la vita s'intrecciano e si confondono in un sottile gioco.
Un tempo in cui suonano come artisti di strada, in giro per l’Italia.
Esibizioni al teatro comunale di Moglie, alla festa dell’Unità di Modena e a Mantova.
Nel 2004 inizia un anno di sala, live e registrazioni.
Tra le principali esibizioni ricordiamo quella del 1° Maggio Officina 99, Cancion de libertad, spalti del Maschio Angioino e Notting Hill piazza Dante di Napoli

Grazie all’incontro con Claudio Gabola, Angela Zinno (Umiliati e Offesi compagnia stabile Napoli) parte del gruppo dà vita al progetto “Circoblu”.

Circoblu, dove musica, mimica, poesia e teatro danza si fondono in un unico messaggio.
Tra i concerti-performance ricordiamo: Emergenza rock festival 2005, Centro di gravità permanente Festa dei Decumani-Maggio dei monumenti, Napoli; Villaggio artistico 2005, Nola; Centro Sociale Millepiani, Caserta; Agorà SummerFest, Portici.
Nel 2010 il nucleo originale si riunisce e registra in studio “ Labirinto” che verrà presentato al teatro Sala Ichòs nel febbraio del 2011.
Labirinto, ancora un fondersi di arti; il maestro Umberto Verdirosi acconsente la videoproiezione dei suoi lavori pittorici, la recitazione delle sue poesie viene affidata alla voce dell’attrice Rosaria Cucinello.
Nel maggio 2011 la pubblicazione del primo video: Stato d'ansia, mentre, a ottobre  dello stesso anno, in collaborazione con Salvatore Addeo di Aemmerecords, l’uscita del singolo “Erika Labile”.
Inizio 2012, grazie all’incontro con Roberta Ida Izzo (cori) , Daniela Esposito (canti, pianoforte, cajon, marranzano), Giuseppe Giannelli (attore) in aggiunta all’ ormai consolidata collaborazione di Rosalia Cuciniello (attrice), Paolo Colicchio (basso) e soprattutto con l’amicizia, il supporto di sala Ichòs e Ichòs Zoe Teatro,  presentano il progetto “In Bilico liveconcept“ in diversi luoghi  della Campania .
Al Mamamu, Onda Sonora, K-Drum, Ferro3 e al Perditempo Dante con le  poesie di Claudio Gabola, Mariella Soldo, Valentina Gaglione, Margherita Sagnibene e Giuseppe Giannelli proiettano le grafiche surrealiste di CUBA; artista calabrese.
Con questa formazione, lo spettacolo itinerante “In Bilico”, viene eseguito in versione elettrica e acustica.
 Il 4 agosto 2012 suonano per la prima volta al Dedalo Festival di Ezio Noto a Caltabellotta (AG).
Entrano, così, a far parte della grande famiglia del Dedalo Festival che nel dicembre 2012 si è svolto a Isnello (Pa).
La prima volta in versione cantautorale insieme alla percussionista modenese Patrizia Ferrarini presenteranno “Livello 0”, il concerto si aprirà con una poesia di Martina Campi proprio a Isnello.
Chiudono il 2012 sul palco del festival Nati a Sud di Catania, grazie a Raffaella Daino dei Pivirama e Ezio Noto  con i suoi Disiù. In quell’occasione l’artista visuale catanese Fabio D’angelo cura la proiezione  di alcune delle sue opere.
 Il 2012 è stato anche l’anno della collaborazione con Fuzz Studio di Fabio Fanuzzi.
 A febbraio 2013 è uscito “Leitmotiv 13”, la compilation che ha in una delle sue tracce “Scia Aurea”.
Oltre ai vari i live in giro per l’Italia, tra cui citiamo il Rito della Luce organizzato dalla fondazione Fiumara d'Arte di Antonio Presti con la direzione artistica di Rene Miri, il 2013 vede la collaborazione con Marco Latour e Francesca Manuele di Insania Project che scelgono la loro crash come sigla dei titoli di coda della loro web series Bring me Alice’s head.
A luglio dello stesso anno l’uscita del cd  “Il Circo” di Renè Miri, frutto della cooperazione con l’artista e ricercatore vocale siciliano - torinese di adozione -  in cui il collettivo Cattivo Costume-CircoBlu partecipa alla creazione delle musiche.
Dal tour siciliano con il Dedalo Festival 2013 al Napoli Rock Festival molte sono state le date  degli spettacoli  eseguiti da gruppo partenopeo.
A breve uscirà il loro ep “Livello 0”, terzo atto sonoro della saga “In Bilico” per il quale stanno lavorando alla produzione conclusiva.
 Il lavoro finale sarà composto da un cofanetto dvd che conterrà, oltre al cortometraggio prodotto con INSANIA PROJECT, le poesie dei poeti che hanno partecipato agli spettacoli, alcuni scatti dai live e le immagini delle opere di quegli  artisti che hanno collaborato con loro nelle varie rappresentazioni.







Prossime date:                        

CATTIVO COSTUME open act RENE' MIRI e il CIRCO

Martedì 15 ottobre TEATRO DELLA CADUTA, via E. Bava 39  (To)
Mercoledì 16 ottobre, in occasione della mostra del maestro Carlos Carlè, piazza pozzo garitta 22 Albissola Marina (Sv)
Giovedì 17 ottobre CAFE' DES ARTS,  via Principe Amedeo 33/f  (TO)
Domenica 20 ottobre LEGIONE CREATIVA, via L. Gatti Rivoli (TO)


 Info:
http://cattivocostume.wordpress.com/
Canale youtube:
http://www.youtube.com/user/cattivocostume



Storia di Irene di Erri De Luca



“La nostra specie umana ha bisogno di storie per accompagnare il tempo e trattenerne un poco. 
Così io raccolgo storie, non le invento. 
Vado dietro la vita a spigolare, se è un campo, a racimolare, se è una vigna. 
Le storie sono un resto lasciato dal passaggio. 
Non sono aria ma sale, quello che resta dopo il sudore.”







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lunedì 30 settembre 2013

Mal Waldron Quintet - Live at The Village Vanguard



Il “piano” per la Prestige Record. 
Qui in una session memorabile in uno dei templi del Jazz.
Ad accompagnarlo sul palco Woody Shaw (flicorno, Charlie Rouse (sax tenore, Mal Waldron (contrabbasso),Ed Blackwel (Batteria).
Buona visione
Angelo

  

venerdì 27 settembre 2013

Il mio incontro

Tributo ad uno dei più grandi scrittori che ho avuto il piacere di conoscere, di leggere e di condividere. Tributo ad Alvaro Mutis uno dei più grandi scrittori di sempre... e che come tale rimarrà nella memoria di chi è riuscito a gustarne il piacere.
 Il mio incontro con L’ultimo scalo del Tramp Steamer.
Anni fa, purtroppo molti anni fa, durante il mio primo Natale in libreria. Iniziai a lavorare all'Angolo Manzoni a settembre per la scolastica, mi fermai sino a Natale e tolto l’anno regalato allo Stato, per quelli che allora erano obblighi, non sono più uscito da quest‘Angolo.
La frenetica rincorsa ai regali di Natale era iniziata da qualche giorno, gente in libreria, io spaesato cercavo di capire dov'ero finito e cosa potevo fare per  quelle persone che cercavano di regalare un libro a qualcun altro. Un anziano signore, poi scoprii essere un pittore, entrò in libreria e chiese una sedia, si sedette e mi guardò mentre mi aggiravo tra i banchi e la gente. Mi chiamò, mi salutò, si presentò e mi diede un foglio scritto a mano, con quella calligrafia curata che tanto mi ricordava quella di mio nonno e che tanto avevo apprezzato. Sul foglio, in rigoroso ordine alfabetico una dozzina di nomi con a lato il grado di parentela, di conoscenza o di legame. Poi sempre a lato di ognuno le caratteristiche del soggetto, la professione, l’età e un aggettivo che fosse in grado di connotarli. Mi guardò e mi chiese di trovare per ogni persona presente in quella lista un libro adatto.... La sudorazione abbondante prese il sopravvento sul clima invernale... Mi guardò consapevole dell’imbarazzo che aveva provocato, appoggiò la mano sul mio polso e mi disse: “ ho tutto il tempo di cui ha bisogno”.  Io e il suo elenco girovagammo per la libreria scavando nelle allora sicuramente limitate conoscenze letterarie cercando di abbinare una storia a quelle persone. Faticosamente tornai da lui con i libri e gli abbinamenti fatti. Li guardò, li esaminò... Mi ridiede due dei libri scelti e sorridendo mi disse che avevo scelto bene, ma proprio quei due libri li aveva appena regalati lui e proprio a quelle due persone... Me ne trovi altri due... Tornai da lui con altri due libri, approvò la scelta e mi chiese di impacchettare il tutto mettendo il nome su ogni pacchettino. Mentre finivo di impacchettare, prese dallo scaffale Adelphi L’ultimo scalo del Tramp Steamer, scrisse, rigorosamente a matita,  un qualcosa nel frontespizio e mi chiese di impacchettare anche quello. Sistemai con cura tutto in un sacchetto, pagò e alzatosi dalla sedia prese l’ultimo pacchetto, quello senza nome, quello del Tramp Steamer e me lo diede augurandomi Buon Natale.

“Questo libro sarà il centro dei suoi libri, questo libro sarà il modo con cui farà questo mestiere” Un libro per ognuno.
Grazie per il suo impegno.

Queste righe sbiadite sono a casa mia in quella copia del Tramp Steamer.
Nicola Roggero libreria Angolo Manzoni, Torino.










lunedì 23 settembre 2013

John Coltrane Live 1960 1961 1965



Auguri “Trane”.
Il 23 settembre del 1926 ad Hamlet nasceva John William Coltrane,  uno dei più grandi geni di sempre.
Mi pare opportuno ricordarlo proponendovi l’ascolto e la visione di questo splendido video che raccoglie diversi classici della sua carriera.
A condividere il palco con lui altri giganti del jazz quali: Elvin Jones, Jimmy Garrison, McCoy Tyner, Stan Getz.
 



Foto dal web
 

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