mercoledì 26 febbraio 2014

martedì 18 febbraio 2014

Carena Antonio, il pittore delle nuvole






Antonio Carena – Toni – Rivoli (To) 1925-2010


Toni, il pittore delle 500, delle nuvole e delle pellicole.
Abile inventore di termini, spesso incomprensibili.
Capivo poco di ciò che diceva alle sue conferenze, glielo feci presente, chiedendogli il perché, lui mi rispose che dava alla gente ciò che voleva e mi mise in mano un testo:
G. Dorfles, Ultime tendenze nell'arte d’oggi.
Dopo averlo letto per la terza volta, compresi anche i motivi delle sue 
“modificazioni genetiche verbali”.

In auto, una sera, su una strada dell’astigiano, stavamo recandoci a una vernice, quando gli domandai come si facesse ad “arrivare” in pittura.
Non fu morbida la sua risposta; mi disse che dovevo ancora nascere e che avrei dovuto lavorare, lavorare e lavorare ancora… avevo più di trent'anni, mi vergognai, com'è giusto vergognarsi al cospetto di un Maestro dopo avere formulato una stupida domanda.

Quello fu il momento in cui compresi quanto fosse vuoto e sciocco il termine artista, quando, lo stesso, è autoreferenziale.




















Fonti immagini:

http://www.globartgallery.it/mostra.php?op=back
http://www.arte2000.net/artisti/carena/opere/opere.html

lunedì 17 febbraio 2014

Enrico Pieranunzi, Mi sono innamorato di te (Tenco)

Jazz note secondo Marco




Enrico Pieranunzi è uno dei grandi interpreti del Jazz italiano.
 Ha suonato e inciso dischi con musicisti di fama mondiale (a memoria ricordo Chet Baker, Charlie Haden, Marc Johnson), ha partecipato ai festival italiani e internazionali più prestigiosi eppure non ha mai perso la modestia e la sensibilità che lo porta a dare il meglio di se quando percepisce un pubblico attento e desideroso di ascoltare.

Ho avuto il privilegio di ascoltarlo ad Umbria Jazz, nella cornice prestigiosa del Teatro Sacco di Perugia e nelle piccole sale dei jazz club romani.
È stato proprio in questi ambienti, ristretti e affollati, che ho potuto assistere a quella magia, tipica dei più grandi, che gli consente di costruire atmosfera emotiva, collettiva  la cui forma è la base delle sue interpretazioni migliori.

Qui lo ascoltiamo con "Mi sono innamorato di te" di Tenco.





http://www.youtube.com/watch?v=Jpmvzod-CnI






Fonte immagine:

http://www.jazzit.it/evento.html?ID_evento=11141

giovedì 13 febbraio 2014

Because the night

emmegrafia


Non sono un fotografo professionista, eppure la fotografia mi ha dato un senso di unità e soddisfazione personale. Le foto sono reliquie della mia vita. Souvenir dei miei vagabondaggi...

Quando ho bisogno di silenzio prendo la mia Land 250. Scattare con la Polaroid mi fa sentire collegata al momento presente. Ogni scatto racconta i miei momenti di serena solitudine.

(Patricia Lee Smith - Chicago, 30 dicembre 1946 - nella sua introduzione alla mostra Land 250 presso la Fondazione Cartier nel 2008)





Emmegrafia



emmegrafia







Emme, ovviamente, iniziale del suo nome.
Conosco lui bene e da parecchio tempo. Viviamo in città lontane tra loro, ma il “buongiorno” è pressoché quotidiano.
Ingegnere serio, pacato, schivo e solo apparentemente “in-quadrato”. Uomo, in realtà, estroso, dotato di grande fantasia e capacità artistiche.
Fotografo eccellente, ottimo conoscitore di musica, innanzitutto jazz.
Parliamo tanto, io ed Emme, parliamo di ogni cosa.
Tutto ciò che so fare con il PC lo devo a lui, alla sua capacità d’esposizione, ma soprattutto, alla sua smisurata pazienza.
Dalla grattachecca al cimitero acattolico, passando per la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma, con il suo Grande Raccordo Anulare, è, insieme a lui, Annarella da abbracciare.
Emme, tutto sa di me, tutto so di lui; una delle persone più care della mia vita, un affetto importante.
Uomo timido, garbato, Uomo dal gusto raffinato.
Uomo alto, alto, alto…

martedì 11 febbraio 2014

da Poemetti erotici di Fernando Pessoa

Non contano adesso il passato o il futuro.
Abbiate l’età degli amanti nella vostra gioia!
Tutti i vostri pensieri dedicate a questo gran giorno
                                                                  [muscoloso
che come un destriero rompe
il morso del Tempo, per far giungere la notte e dire
che la vergine puledra ora accetta il primo cavaliere!
Carne pizzicata, carne morsa, carne succhiata, carne avvinta,
carne schiacciata e levigata,
questo vi infiamma la mente e vi rende confusi
in quel che dite o sembrate!
Sfogate con nude occhiate fino a spaventarvi
i vostri brividi di piacere,
con sguardi che paiono odiare vestiti e pensieri
che separano le carni!
Al tiepido giorno allungate le membra,
per sentirne l’attesa!
Perché l’intenso sole, la calda terra, la verde erba,
lo specchio accecante d’ogni lontano lago,
e il pensiero eccitato di tutti per la notte a venire
sono un unico insieme ardente di gioia.





venerdì 7 febbraio 2014

Eppure non sentono...

Roberto Pinetti
www.facebook.com/robertopinetti


A volte è tale l'intensità con cui pensi a qualcuno che ti stupisci. 
Ti stupisci che quel qualcuno non ti "senta". Non si accorga di quel flusso tumultuoso, quella tempesta di emozioni che scuotono dalle fondamenta tutto il tuo mondo. 
Eppure nulla accade. 
Il silenzio continua a colmare il tuo tempo e non s'increspa d'un micron. 
Tutta quell'energia, quella forza indicibile, attraversa l'universo intero e pare non muovere nient'altro che la tua mortificata attesa.
Eppure, io credo, ci vuole un impegno speciale, una pratica della distrazione sviluppata negli anni, per non essere "toccati" da quei pensieri e quelle emozioni e quei sentimenti. Bisogna starsene ben attenti a non lasciarsi andare alle sensibilità che , forse, la solitudine aiuterebbe a riscoprire. Forse è per questo che si sta sempre assieme a qualcuno. Così, con la scusa d'essere intenti a "interagire" possiamo ignorare i suoni dell'universo e le voci dell'anima che si porta appresso. Di fatto, continuo a stupirmi di come l'intensità con cui pensi a qualcuno non basti a farti "sentire".



da: Egon Schiele, "intervento" di Roberto Pinetti

giovedì 6 febbraio 2014

Frainteso e incompreso

emmegrafia


“In passato, quando avevo un’idea e provavo a realizzarla con una modella in carne e ossa, ho sempre fallito. Ora disegno o modello la posa che ho in mente e costruisco da solo gli oggetti, le forme geometriche e quant’altro mi sia necessario. Sistemo gli oggetti e provo le luci affinché rendano l’effetto migliore così da corrispondere il più possibile alla mia idea. Certamente non uso solamente silhouettes, ma anche piccole figure tridimensionali studiate con precisione fino all’ultimo dettaglio perché corrispondano alla realtà – e non siano perfette: ho idealizzato il corpo e creato il mio archetipo personale. E solo ora posso dire di essere soddisfatto del mio lavoro perché ogni cosa proviene da me, dalla A alla Z. L’idea e il materiale che utilizzo.”

Frantisek Drtikol (Příbram, 3 marzo 1883 – Praga, 13 gennaio 1961) nacque in una cittadina mineraria dell'impero Austro-Ungarico dove l'arte proletaria, quella degli artigiani intagliatori umili e raffinatissimi, era di casa. Famoso ritrattista fra i suoi contemporanei, famoso anche per i suoi nudi "Art Dèco"con pose e luci che si rifacevano al cinema dell'epoca, stava compiendo frainteso e, forse, incompreso dai contemporanei un viaggio oltre il corpo.







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