martedì 22 aprile 2014

Alfred McCoy Tyner


Jazz note secondo Marco




Scrivere di Alfred McCoy Tyner, su queste pagine, somiglia un po' a scoprire l'acqua calda, ma la vera scoperta è quella di vederlo ancora così vitale e così grande a 76 anni (nasce a Filadelfia l'11 dicembre 1938). 
Magro, scheletrico, la classica andatura dinoccolata di sempre, dietro alla tastiera di un pianoforte torna giovane e compensa con classe quello che può aver perso in potenza.
 In questo video lo vediamo con Ravi Coltrane (e che le colpe dei padri non ricadano sui figli):



               

venerdì 18 aprile 2014

Noi siamo quello che vediamo




Roberto Pinetti








Hai visto? Sei certo? Hai almeno guardato? Hai visto o credi di aver riconosciuto qualcosa e ti sei fermato li. Come sempre. Credi di vedere ma sei cieco. Credi di capire ma, tutt'al più hai "riconosciuto" dei segni che "pensi" di aver già visto. Così credi, ti illudi, di aver visto, guardato, capito magari! Ma non hai ancora aperto gli occhi. Forse pensi che leggendo una didascalia, una spiegazione, magari quella dell'artista stesso, oppure di un critico qualunque o, in generale, un "addetto ai lavori" dell'arte visiva, potrai capire. Ma non è così. Guarda. Apri il cuore e zittisci la mente con tutte le balordaggini che ci hanno ficcato negli anni e ascolta. Osserva. Fai tacere la testa che ti suggerisce le stupide connessioni che spacciamo per comprensione ma sono solo "riconoscimenti", recupero di pre-concetti già catalogati e inscatolati, così come inscatolate sono gran parte delle persone. Guarda. Fidati della connessione profonda che pur esiste fra gli occhi e la psiche, lo sguardo e l'anima. E non avere paura di "scoprire". Bandisci i luoghi comuni, almeno per un istante, e lascia scorrere la consapevolezza che emerge quando facciamo tacere i pensieri inutili, quelli preconfezionati e imparati a memoria, e che come pappagalli ripetiamo all'infinito, per sentirci uguali, come gli altri, non sapendo che "altri" è un termine generico che riflette, come uno specchio, noi stessi quando non siamo consapevoli. Guarda. Osserva. Sono le uniche parole che posso ripeterti. Dato che la comprensione, che è una forma della Conoscenza, è autentica solo quando ti attraversa personalmente. Quando è frutto di un profondo lavoro/cammino individuale. E non può certo derivare da parole lette o sentite e poi memorizzate così da ripeterle all'occasione. Se provi a farlo, se solo riesci per qualche momento a porti davanti a questa immagine con gli occhi finalmente aperti. Allora comprenderai cosa significa: "noi siamo quello che vediamo".

Roberto Pinetti


«Noi siamo quello che vediamo»
Dittico
 Fotografia digitale Stampa: diretta su lamiera zincata
di
Roberto Pinetti


mercoledì 16 aprile 2014

Il fotografo delle dive



emmegrafia






Peter Basch (Berlino 1921 - New York 2004) era il fotografo delle dive. In rete poche note biografiche (infanzia in germania e poi il resto della vita negli USA), e la lista delle dive (e dei divi) che ha ritratto per Life, Look e Playboy. Le sue foto ci parlano di una visione non convenzionale, che va oltre il solito ritratto del volto o della posa cinematografica, che però riassume il personaggio ritratto con particolari simbolo, come questa foto di Marlene Dietrich del 1964 tutta costruita intorno alle sue leggendarie gambe.





mercoledì 2 aprile 2014

Sempre io: Egon Schiele

BuonaVita

Perché senza l’arte nessuna vita sarebbe buona








Egon Schiele (1890 – 1918), pittore ed incisore austriaco, è stato un artista figurativo del primo Novecento, esponente dell’espressionismo viennese. 

Una vita rapida e un’arte profondamente intensa nota per l'introspezione, per i corpi contorti, per il sesso in esposizione, ma ogni medaglia ha due facce ed ecco che alberi e paesaggi sono stati protagonisti meno noti di un’arte essenziale ed elegante, rapida ed emozionante. 
La fragilità del tratto diviene interprete di una precarietà esistenziale espressa da alberi, simbolo di vita in continua crescita, davanti ad un sole minuscolo e spento, urlo stabile nella transitorietà di alberi cresciuti silenziosamente con fatica, dove la diversità è sempre evidente, dove si assiste a quella strana voglia di star soli. Alberi in libertà per un artista che stava stretto ogni giorno. Non esiste lucentezza né cromatica né reale in Schiele e la grandiosità sta proprio in questo, in quel tratto sempre casuale, nei toni sopiti e rilassati anche nell’energia di un rosso o nello splendore di un giallo, nella rapidità di una linea riconoscibile ovunque che diviene poesia visiva.
E l’arte, per chi ne fa una ragione esistenziale, è la sola espressione di conoscenza per dire della propria vita che, nonostante i problemi e le difficoltà (e Schiele ne sapeva qualcosa), è sempre una ‘buona vita’ per cui vale la pena combattere. 
Anna Soricaro








Anna Soricaro; colei che sa parlare d'arte



Anna Soricaro: lei sì che l’arte la conosce.
Conobbi Anna tramite un’e-mail garbata con la quale si presentò, descrisse dettagliatamente, nella stessa, i miei lavori; cominciò così il nostro rapporto.
Lei ha curato e, spero-credo, curerà alcune mie mostre presso una ben gestita galleria di Barletta: Zerouno.
Mostre organizzate con il patrocinio della prestigiosa Fondazione De Nittis.
Curatrice seria e attenta,  critica d’arte preparata e competente.
 Serietà, attenzione, preparazione, competenza tutte qualità in via d’estinzione nell’ambiente pittorico che, al contrario, è appannaggio di “mestieranti” sempre meno preparati e seri.
Fra donne succedono cose “strane”, una sorta di magica alchimia talvolta si palesa, così come quella splendida complicità.
Oggi, Anna ed io, siamo molto amiche, un grande affetto e stima mi lega a lei e tutto ciò prescinde dal giudizio sul mio operato, che rimane, com’è giusto che sia, obiettivo rispetto ai miei lavori che via via esamina con attenzione e sensibilità.
Ecco chi è Anna, cenni tratti da un sito d’arte:

Critico, esperto, curatrice d’arte Laureata in Lettere presso l’Università di Bari si è specializzata in Management dei beni culturali presso l’Università di Lecce in un master di primo livello. Si è occupata di progettazione europea, dal 2000 è esperta d’arte e direttrice della Fondazione De Nittis di Barletta e si occupa di reperire, studiare e catalogare le opere inedite di De Nittis.
È docente di master presso istituti privati di management di beni culturali e turismo e direttore artistico del Centro Culturale Zerouno. Ha collaborato con diversi periodici locali e riviste online; diverse sono le pubblicazioni nel campo turistico locale dopo studi di fattibilità e sopralluoghi artistico - archeologici. 

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