sabato 26 febbraio 2022
domenica 25 aprile 2021
giovedì 31 dicembre 2020
Auguri a voi
Uno dei brani più famosi al mondo, una vera e propria dichiarazione d’amore alla vita: Gracias a la vida.
Mi stupisce affatto che sia stata scritta a seguito di una delusione sentimentale.
Quella sottile gratitudine che si prova nei confronti di noi stessi quando si acquisisce la certezza che sapere amare è essenziale almeno quanto, se non di più, essere amati.
Uno splendido benvenuto al più grande dei sentimenti; l’amore.
Unica vera possibilità che abbiamo perché tutto sia “possibile”.
Io ho molto amato nella mia vita, sono una donna molto fortunata… a modo mio ringrazio.
Sono stata molto amata nella mia vita… a modo mio ringrazio.
Essere amati è un
dono,
ed è prezioso. È fragile. È deteriorabile. Non ci è dovuto.
"Grazie alla vita che mi ha dato
tanto.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
mi ha
dato il riso e mi ha dato il pianto
così distinguo gioia e
dolore
i due materiali che formano il mio canto
e il canto
degli altri che è lo stesso canto
e il canto di tutti che è il
mio proprio canto.
Grazie alla vita che mi ha dato tanto".
Auguri
sabato 26 gennaio 2019
"La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace.”
Primo Levi ha indagato la memoria, forse, meglio di tanti; come si trattasse di materia viva, con un corpo tangibile da accudire e accettare.
Il giorno della Memoria, memoria affinché non sia oblio. Personalmente ho approfondito spesso il mio personale rapporto con la memoria e di come, soprattutto io, tenda a (voler) scordare per mille motivi.
Pare, e son d'accordo, che si muoia veramente solo quando nessuno più proferirà il nostro nome. Il tuo nome, il suo nome.
Ho deciso, oggi, di far continuare a vivere un partigiano ebreo, di non consegnarlo all'oblio o alla mera identificazione di una via qualunque della mia amata Torino.
Emanuele Artom
Nasce ad Aosta nel 1915, i suoi percorsi di studio passarono dal D'Azeglio, liceo classico, alla facoltà di Lettere di Torino. Discute la tesi alla facoltà di Milano, presso la quale passò per poter seguire il professor Mario Attilio Levi.
Emanuele si avvicina al movimento antifascista di Rosselli, Giustizia e Libertà, nel 1943.
Si unisce alla lotta partigiana; Eugenio Ansaldi era il suo nome di copertura nelle bande di Italia Libera della val Pellice.
Successivamente fu mandato a Barge presso il comando garibaldino di Barbato come Delegato del Partito d'Azione, poi in val Pellice e in val Germagnasca.
È attivo nella battaglia di Perosa Argentina. A marzo del '44 i nazifascisti rastrellano le valli del Pellice e la val Germagnasca.
Artom con Malan, Segre e Levi cercano di fuggire passando dal Colle Giulian per raggiungere la Val pellice.
Malan e Segre riescono a scappare da cinque SS italiani, lui, stanco morto si arrende. Levi non lo lascia e si fa arrestare anch'egli.
Catturato viene portato dapprima a Bobbio poi ad Airali di Luserna.
Un suo ex prigioniero lo riconosce come ebreo; per Emanuele è iniziata la fine.
Torturato crudelmente e deriso lo trovano in possesso di un pezzo di vetro. Lo avrebbe usato per porre fine alla sua vita, ma alla minaccia che, se si fosse suicidato, avrebbero ucciso i suoi compagni, Emanuele, desistette.
Verrà successivamente spostato alle carceri Nuove di Torino dove sarà rinvenuto, il 7 aprile del 1944, cadavere a causa delle violenze subite.
I suoi aguzzini incaricheranno quattro partigiani prigionieri di tumulare il povero corpo di quello che, oggi, per noi tutti sarebbe “un ragazzo” di appena 29 anni.
Emanuele fu seppellito nel parco del Sangone nei boschi di Stupinigi, il suo corpo non fu mai ritrovato.
A te Emanuele il mio pensiero.
domenica 6 gennaio 2019
lunedì 11 giugno 2018
lunedì 14 maggio 2018
Perdite
La maturità ti toglie la capacità di dialogare con le tue stesse lacrime.
La maturità ti priva della tenerezza...
si perde, hai perso tanto.
mercoledì 7 marzo 2018
Emoziona-ti
lunedì 3 luglio 2017
sabato 17 giugno 2017
Opportunismo e carità
Si possono comprendere le posizioni di quasi tutti.
Mi è capitato di elargire un po' di denaro; a chi non capita? .
"Le parole hanno un peso", mi dico e ancora discetto sulla portata e sulla personale responsabilità. Disquisisco a lungo sulla portanza dei vocaboli usati male, stropicciati a dovere e su come, espulsi dalla mia bocca o dalla mia penna, gli stessi lascino la loro bava a rammentarmi l'assoluta responsabilità. Decido, allora, di ben controllare.
Treccani, ai sinonimi di elemosina, scrive: beneficenza, carità, elargizione, aiuto, soccorso. Scrive anche offerta che si fa in chiesa o agli ordini mendicanti e poi colletta, questua.
sensi di colpa, per ringraziare silenziosamente la miglior sorte capitataci, per continuare a non vedere e a non ascoltare, per suggellare con quell'azione la nostra (solo illusoria) superiorità sociale.