Molto è stato scritto, qualcosa ho letto, sul legame stretto che vi è tra cibo, sessualità e sensualità.
Lungi da me l’idea di salire in cattedra trattando l’argomento in questione da angolazioni psico-analitiche o psico-logiche, non ho le carte in regola e sufficiente buon senso per non farlo.
Si tratta di mera e personale osservazione.
L’oggetto delle mie esplorazioni, in merito alle gestualità legate agli atti compiuti nutrendosi, è il sesso maschile, perché quello che più m’incuriosisce e, chiaramente, più solletica la mia fantasia.
Potrà sembrare esagerato, ma ho visto quasi dilaniare il cibo, uomini che sgarbatamente strappano con i denti brandelli di companatico e tocchi di pane per poi ingurgitarlo.
Malcapitati bocconi giù veloci direttamente in gola per poi finire con un tonfo nello stomaco.
Uno “splash” nei succhi gastrici!
Avrei voluto urlare loro: “ Ehi, i denti sono sprovvisti di papille gustative, ti sei giocato un passaggio importante!”
Ci son, poi, quelli che tengono la forchetta con le dita quasi a toccar i quattro rebbi… una visione terribile.
Temono la forchetta stessa, come se lei potesse sottrarre loro il cibo dalla stoviglia.
Questa tipologia di maschio porta la mano libera leggermente sopra il piatto, come a creare una cinta di protezione; proteggono, probabilmente, il cibo dall'invasore.
Mi è capitato spesso di notare alcuni uomini che, invece, fanno fare allo sventurato boccone delle minuscole giravolte in bocca.
Questi, dopo aver indotto il companatico o il povero maccherone alle acrobazie, assumono le sembianze di serpi, dalla bocca sottile.
Immagino la loro lingua “prensile” ma non tattile né duttile.
Fantastico quindi sui primi: coloro i quali dilaniano il cibo, immaginandoli cimentarsi nell'arte del corteggiamento; saltiamo tutti i Con-Vene-Voli, sicuramente per questi “omini de panza” non servono a nulla.
Saltati i convenevoli, li vedo balzare sulla preda, preoccupandosi solo ed esclusivamente del proprio piacere.
Nella mia fantasia, gli stessi e non a caso, non useranno mai alcun nome… ricordare? Perché mai!
Non posseggono “papille gustative” e quindi un “cibo” vale l’altro. Solo uno “splash” o uno “splot”.
Vagheggio, allora, sui secondi, parafrasando volgarmente una frase del Faber dalla sua meravigliosa Amico Fragile, quelli che: “Dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una forchetta.” O porchetta che dir si voglia.
Fantasticare su questi “signori” è divertente.
Sì, lo è perché li immagino intenti a fissar paletti di divieti assoluti, madidi di sudore con fattezze goffe e un po’ négligé.
Questo non si dice, quello non si fa, qui tu non puoi entrare, tieni le distanze.
Essi sono i guerrieri senza spada, avidi, aridi e gretti, incapaci di darsi.
Elementi che tendono a lamentare la di loro non accettazione da parte del mondo femminile.
Solitamente son uomini che amano parlarsi addosso, si com-piacciono. Un po’ tristi, tendenzialmente miseri.
A questo punto la mia fantasia passa in rassegna il terzo tipo: l’uomo serpe.
Bocca sottile e lingua biforcuta, il tipo che non accarezza, non bacia non è tattile; è meccanico.
Se chiama la preda per nome, nell'atto della copula, lo fa solo scandendo lettera per lettera così da non sbagliarsi.
E’ un uomo che si crede furbo, è convinto di possedere la capacità di ipnotizzare usando la sua mente, è convinto di gabbare sempre tutti e tutto.
Ho descritto, qui, solo mie personali sensazioni soggette quindi a opinabilità, provate osservando parecchi uomini nei bar o nei ristoranti mentre pranzavano, mentre portavano il cibo alla bocca.
Noi donne?
Siamo perfette, ovviamente!
Fonti immagini:
http://langolodililith.blogspot.it/p/blog-page_19.html
http://it.paperblog.com/le-voluttuose-morbide-e-sensuali-donne-di-fernando-botero-1171195/
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