Mi sono soffermata a pensare, negli ultimi giorni, a un
sentimento importante e forse un po’ desueto: la stima.
Avere stima di qualcuno per quello che è - non per quello
che ha o mostra - dovrebbe essere importante.
Pare che così non sia quasi mai o quasi più.
Questo mio pensiero è scaturito da un piccolo fatto,
apparentemente insignificante, del mio quotidiano.
Pochi giorni or sono, in maniera del tutto naturale, mi son
trovata a dire a una persona che conosco da un tempo relativamente breve: “ Ti
stimo”.
Fin qui, forse, nulla di strano.
Strana è stata l’espressione
di stupore sul viso di un uomo che, evidentemente, ha fruito la mia considerazione come bizzarra.
I suoi occhi si son socchiusi facendo intravvedere un
azzurro che, a causa della sua
intensificazione, m’è parso quasi turchese.
Questa reazione
emotiva da parte del mio interlocutore mi ha fatto pensare al valore di questo
sentimento.
Un sentire non elargibile a chiunque, da concedere con
parsimonia, oculatamente.
Un valore aggiunto.
Ammetto che sono poche, pochissime le persone che stimo.
Presa in considerazione la stima m’è venuto naturale
comparare il suo contrario: disistima, disprezzo.
A chi non è capitato di stimare
incautamente qualcuno per poi trovarsi a disistimare o peggio disprezzare l’umano/a
in questione?
Per questa ragione ritengo preziosa la
stima da me provata parimenti a quella che ricevo.
Se ricevere, avvertire disistima è
spiacevole lo è analogamente provarla per qualcuno.
Rimane comunque una sorta di grave errore
di valutazione perché nutrire disprezzo per chicchessia, si ha conseguentemente
a una disamina errata o a causa di sensazioni rimaste inascoltate.
Nessun commento:
Posta un commento