Roberto Pinetti
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da: Egon Schiele, "intervento" di Roberto Pinetti
A volte è tale l'intensità con cui pensi a qualcuno che ti stupisci.
Ti stupisci che quel qualcuno non ti "senta". Non si accorga di quel flusso tumultuoso, quella tempesta di emozioni che scuotono dalle fondamenta tutto il tuo mondo.
Eppure nulla accade.
Il silenzio continua a colmare il tuo tempo e non s'increspa d'un micron.
Tutta quell'energia, quella forza indicibile, attraversa l'universo intero e pare non muovere nient'altro che la tua mortificata attesa.
Eppure, io credo, ci vuole un impegno speciale, una pratica della distrazione sviluppata negli anni, per non essere "toccati" da quei pensieri e quelle emozioni e quei sentimenti. Bisogna starsene ben attenti a non lasciarsi andare alle sensibilità che , forse, la solitudine aiuterebbe a riscoprire. Forse è per questo che si sta sempre assieme a qualcuno. Così, con la scusa d'essere intenti a "interagire" possiamo ignorare i suoni dell'universo e le voci dell'anima che si porta appresso. Di fatto, continuo a stupirmi di come l'intensità con cui pensi a qualcuno non basti a farti "sentire".
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