mercoledì 2 aprile 2014

Sempre io: Egon Schiele

BuonaVita

Perché senza l’arte nessuna vita sarebbe buona








Egon Schiele (1890 – 1918), pittore ed incisore austriaco, è stato un artista figurativo del primo Novecento, esponente dell’espressionismo viennese. 

Una vita rapida e un’arte profondamente intensa nota per l'introspezione, per i corpi contorti, per il sesso in esposizione, ma ogni medaglia ha due facce ed ecco che alberi e paesaggi sono stati protagonisti meno noti di un’arte essenziale ed elegante, rapida ed emozionante. 
La fragilità del tratto diviene interprete di una precarietà esistenziale espressa da alberi, simbolo di vita in continua crescita, davanti ad un sole minuscolo e spento, urlo stabile nella transitorietà di alberi cresciuti silenziosamente con fatica, dove la diversità è sempre evidente, dove si assiste a quella strana voglia di star soli. Alberi in libertà per un artista che stava stretto ogni giorno. Non esiste lucentezza né cromatica né reale in Schiele e la grandiosità sta proprio in questo, in quel tratto sempre casuale, nei toni sopiti e rilassati anche nell’energia di un rosso o nello splendore di un giallo, nella rapidità di una linea riconoscibile ovunque che diviene poesia visiva.
E l’arte, per chi ne fa una ragione esistenziale, è la sola espressione di conoscenza per dire della propria vita che, nonostante i problemi e le difficoltà (e Schiele ne sapeva qualcosa), è sempre una ‘buona vita’ per cui vale la pena combattere. 
Anna Soricaro








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