sabato 17 giugno 2017

Fabrizio De André, Giugno '73

             


Tua madre ce l'ha molto con me perché sono sposato e in più canto però canto bene e non so se tua madre sia altrettanto capace a vergognarsi di me.

La gazza che ti ho regalato è morta, tua sorella ne ha pianto, quel giorno non avevano fiori, peccato, quel giorno vendevano gazze parlanti.

E speravo che avrebbe insegnato a tua madre a dirmi "Ciao come stai ", insomma non proprio a cantare per quello ci sono già io come sai.
I miei amici sono tutti educati con te però vestono in modo un po' strano mi consigli di mandarli da un sarto e mi chiedi:
"Sono loro stasera i migliori che abbiamo ".

E adesso ridi e ti versi un cucchiaio di mimosa nell'imbuto di un polsino slacciato.
I miei amici ti hanno dato la mano, li accompagno, il loro viaggio porta un po' più lontano.

E tu aspetta un amore più fidato il tuo accendino sai io l'ho già regalato e lo stesso quei due peli d'elefante mi fermavano il sangue li ho dati a un passante.

Poi il resto viene sempre da sé, i tuoi "aiuto" saranno ancora salvati.
Io mi dico è stato meglio lasciarci che... non esserci mai incontrati.

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